IN VISTA DELLA CONFERENZA ONU SUL CLIMA DI MILANO (pre-COP 26), PRESENTAZIONE DEL QUADERNO “ECONOMIA CIRCOLARE E MITIGAZIONE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO”
Non si riuscirà a vincere la sfida dei cambiamenti climatici se non rafforzando l’economia circolare. Secondo l’Ipcc, il panel di scienziati delle Nazioni Unite, le politiche di sola riduzione delle emissioni climalteranti non sono ancora sufficienti a contenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C a fine secolo, come sancito nel 2015 con l’accordo di Parigi. Per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050 occorre attivare i processi di economia circolare nei settori chiave dell’economia: food, chimica, trasporti, moda e tessile, energia e utility, costruzioni. E questo permetterà anche un abbattimento dei costi della decarbonizzazione: economia circolare e cambiamento degli stili di vita possono avviare strategie che richiedono un livello totale di investimenti annuali inferiore del 5-8% rispetto a quello degli altri scenari con lo stesso livello di riduzione di emissioni.
È sui sei settori determinanti per l’economia circolare, oltre che sull’analisi di alcuni strumenti di policy economica e finanziaria, che si concentra l’analisi del nuovo Quaderno dell’Alleanza per l’Economia Circolare “Economia circolare e mitigazione del cambiamento climatico”, che raccoglie le stime degli ordini di grandezza delle emissioni climalteranti e dei relativi potenziali di abbattimento in tutti i settori, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili. A presentarlo oggi a nome dell’Alleanza Giacomo Salvatori di Agici Finanza d’Impresa, assieme a Jesus-Maria Alquezar Sabadie (Direzione generale Ambiente Commissione europea); Renato Grimaldi (Direttore generale Economia circolare, MITE); Hugh McCann (Strategic Partners Lead, Ellen MacArthur Foundation), Claudia Brunori (Responsabile Divisione Uso Efficiente Risorse Enea); Salvatore Martire (Strategic Innovation Lead Climate KIC). In rappresentanza delle 17 imprese dell’Alleanza intervengono Anna Villari di A2A, Marco Campagna di CIRFOOD, Rossella Carrara del Gruppo Costa, Fabrizio Iaccarino di Enel Italia, Filippo Bocchi del Gruppo Hera e Carlo Nicolais del Gruppo Maire Tecnimont. Obiettivo dell’iniziativa, fornire strumenti di approfondimento al processo decisionale del Summit sul clima, che si apre alla fine di settembre a Milano con la pre-COP26 per poi approdare alla Conferenza di Glasgow di inizio novembre.
La combinazione tra economia circolare e cambiamenti negli stili di vita rappresenta una strategia di mitigazione efficace sia in termini di riduzione delle emissioni che in termini di costi, si legge nello studio. Per l'Agenzia Ambientale Europea le azioni circolari nei settori non energetici “possono avere un impatto prezioso sulla riduzione dei gas serra in tutti i settori”, destinati ad aumentare nel tempo: il potenziale di abbattimento è stimato al 2-4% al 2030 e a circa il 10-18% al 2050.
Ogni tonnellata di plastica rigenerata – riporta il Quaderno – permette di risparmiare l’equivalente delle emissioni annuali di un’auto. O anche: una riduzione nell’estrazione globale di materie prime del 28% può portare a una riduzione del 63% delle relative emissioni e a una crescita economica del 1,5%. Limitandosi ai soli obiettivi di riciclo, la UE stima una riduzione di 477 milioni di tonnellate di gas serra legata al raggiungimento degli obiettivi europei introdotti nel 2015.
Partendo da queste evidenze, nel Quaderno su “Economia circolare e mitigazione del cambiamento climatico” preparato da Agici, il gruppo di lavoro dell’Alleanza per l’economia circolare ha individuato per i settori food, chimica, trasporti, moda e tessile, energia e utility e costruzioni alcune strategie prioritarie, e ha raccolto le relative stime degli ordini di grandezza delle emissioni climalteranti e dei relativi potenziali di abbattimento.
"Per CIRFOOD l'Economia Circolare è l'approccio da cui non vogliamo prescindere per ripensare ai nostri modelli di ristorazione, dalla produzione fino al servizio, valutando l'intero ciclo di vita dei prodotti per arrivare ad un sistema a sprechi zero e totalmente sostenibile. Per questo CIRFOOD ha aderito con entusiasmo all'Alleanza Italiana per l'Economia Circolare, convinta che il confronto e la condivisione di idee ed esperienze con altre imprese, anche di settori diversi, possa contribuire allo sviluppo di soluzioni innovative a beneficio di un modello di economia rigenerativa per il bene del nostro pianeta". Afferma Maria Elena Manzini, CSR Manager CIRFOOD.
Giacomo Salvatori, coordinatore dello studio, afferma: “La nostra ricerca dimostra che in ogni settore industriale esistono strategie che possono coniugare efficienza nell’uso delle risorse materiali, riduzione delle emissioni climalteranti ed efficienza economica: il vero punto d’incontro di economia circolare e mitigazione del cambiamento climatico. C’è però ancora molto da fare per quantificare l’effettivo potenziale di riduzione delle emissioni di queste strategie, che va valutato caso per caso, e per identificare le politiche che possono abilitare la circolarità come strumento chiave in vista dell’obiettivo di neutralità climatica al 2050”.
L’Alleanza per l’Economia Circolare, nata nel 2017, comprende ad oggi: A2A, Aquafil, Bvlgari, Cassa Depositi e Prestiti, CIRFOOD, Costa Crociere, Enel, ERG, FaterSMART, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Hera, Intesa Sanpaolo, NextChem (Gruppo Maire Tecnimont), Novamont, Salvatore Ferragamo, TH-Resorts e Touring Club Italiano.
Per conoscere l'attività dell'Alleanza per l'Economia Circolare e scaricare il quaderno clicca qui.
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